Crescita del PIL: le differenze tra Italia, Europa e resto del mondo

By | 13/11/2024

Il PIL, acronimo di Prodotto Interno Lordo, è un indicatore fondamentale per misurare lo stato di salute di una nazione o di una determinata area geografica. Volgendo lo sguardo al nostro paese, non si può essere entusiasti della crescita prevista per il 2024 e il 2025. L’Italia, infatti, prevede un contenuto aumento dello 0,7% per l’anno in corso e lo 0,8% per il prossimo.

Nulla a che vedere, quindi, con le crescite fatte registrare nel periodo post-covid, dove il nostro paese si era contraddistinto per una capacità di ripresa difficilmente pronosticabile nei mesi immediatamente successivi all’avvento della pandemia. E nulla a che vedere anche con le previsioni dello scorso anno, quando molti analisti prevedevano si potesse agevolmente raggiungere una crescita perlomeno dell’1%.

L’Italia arranca, la Germania è ferma: l’Eurozona è il grande malato dell’economia mondiale

La contenuta crescita del PIL è stata causata, in primis, dalle difficoltà del settore manifatturiero, che ha registrato una flessione nell’ultimo anno. Il nostro paese, dal punto di vista economico, è legato all’andamento della Germania, che nel corso degli ultimi dodici mesi è diventato, inaspettatamente, il grande malato dell’Unione Europea.

Il ruolo di “locomotiva europea”, quindi, pare oggi solo un lontano ricordo, come testimoniano i dati. Dopo una lieve flessione nel 2023 (-0,1%), la Germania spera di chiudere “flat” perlomeno quest’anno e tornare a crescere nel corso del 2025, dove gli analisti prevedono una potenziale crescita del PIL intorno allo 0,5%. Queste stime, tuttavia, erano state elaborate qualche mese fa, ma potrebbero essere riviste al ribasso qualora l’amministrazione americana decida di inasprire i dazi nei confronti del Vecchio Continente.

Se la Germania è malata, l’intera Eurozona non può certo sorridere. Il 2024, infatti, si chiuderà, con ogni probabilità, con una crescita del PIL dello 0,8%, con ben pochi paesi capaci di registrare performance quasi in linea con la crescita globale, che dovrebbe attestarsi attorno al 3,2%. E’ il caso, ad esempio, della Spagna, che ha fatto registrare un aumento del PIL di poco inferiore al 3% e il prossimo anno, seppur in calo, dovrebbe attestarsi ancora sopra al 2%.

La crescita degli Stati Uniti resta in linea con quella del PIL mondiale

Per comprendere, ancor più, le difficoltà dell’Eurozona, basta volgere lo sguardo verso gli Stati Uniti d’America, dove il PIL del 2024 crescerà del 2,8%, ovvero oltre tre volte rispetto a quello europeo. Un confronto impari, che testimonia, tuttavia, come il Vecchio Continente arranchi mentre, al di là dell’oceano, l’economia è in netta salute, l’occupazione è a livelli record e i mercati finanziari, dopo aver digerito l’impetuoso aumento dei tassi del 2022, da un mezzo e mezzo a questa parte continuano a registrare nuovi record.

Certo, gli Stati Uniti sono, tutt’oggi, l’ombelico del mondo, ma la crescita del PIL mondiale (3,2%) è sostenuta, in primis, da economie emergenti. Basti pensare, ad esempio, all’India che dovrebbe chiudere il 2024 con un aumento del PIL attorno al 7%. L’India è indubbiamente un mercato emergente interessante, ma deve ancora completare un percorso di crescita sostenibile che passa, inevitabilmente, da uno snellimento della burocrazia e, soprattutto, da un tangibile miglioramento infrastrutturale.

Non tutti i mercati emergenti sono uguali: la crescita del PIL emiratino è il più “strutturato”

Seppur inferiore a quello indiano, la crescita del PIL degli Emirati Arabi Uniti (3,4%) è certamente tra le note più interessanti del 2024. A differenza dell’India, infatti, la nazione emiratina ha basi solide e, da quasi due lustri a questa parte, ha diversificato significativamente la propria economia, un tempo strettamente correlata al solo settore petrolifero.

Non stupisce, di conseguenza, sia in costante aumento il numero di coloro che investono negli Emirati Arabi Uniti, soprattutto in alcune zone del paese. Già oggi, molti italiani decidono di trasferirsi e aprire conto a Dubai, lo stato emiratino che fa registrare il più significativo incremento del PIL e offre, oltre a una fiscalità agevolata, significative opportunità di sviluppare business longevi e profittevoli.